Sant' Eusebio presbitero
Nel repertorio agiografico del III e IV sec. si trovano numerosi santi e personaggi notevoli di nome Eusebio (Eusebio presbitero romano, Eusebio papa, Eusebio di Vercelli, Eusebio di Nicomedia, Eusebio di Cesarea….), solo fra i santi e i beati se ne contano circa 42 e molti di loro sono di origine orientale.
Una delle più antiche notizie di Eusebio (fig. 28), ricordato come “presbitero romano”, si trova nel Martyrologium Hieronymianum (V secolo), che alla data del 14 Agosto riporta: “Roma Eusebii, tituli conditoris”.
Una delle più antiche notizie di Eusebio (fig. 28), ricordato come “presbitero romano”, si trova nel Martyrologium Hieronymianum (V secolo), che alla data del 14 Agosto riporta: “Roma Eusebii, tituli conditoris”.
Gli Acta Sanctorum, che si basano sulle “gesta Eusebii” del VI secolo, ci dicono che Eusebio fu presbitero della Chiesa di Roma al tempo dell’imperatore Costanzo II (350-361).
In quegli anni la cristianità era lacerata da dispute cristologiche, sulla natura di Cristo in relazione a quella del Padre, che opponevano i niceni agli ariani (per i niceni Cristo era Homoousios «di natura uguale» rispetto al Padre, per gli ariani la natura di Cristo era invece diversa da quella del Padre). Costanzo II, rispetto all’arianesimo condannato al Concilio di Nicea (325) ma diffusissimo nella metà orientale dell’impero, sostenne posizioni di compromesso - Cristo Homoiousios «di natura simile» al Padre. |
Negli stessi anni, il papa Liberio (352-366) sostenitore del credo niceno, non volle aderire alla scelta imperiale di condannare Atanasio di Alessandria (strenuo difensore del credo niceno) e per tale motivo fu esiliato dall’imperatore e sostituito con l’antipapa Felice. Secondo lo storico bizantino Filostorgio, Liberio per potere rientrare sottoscrisse le posizioni di compromesso di Costanzo II che non erano però condivise dagli ortodossi. Il presbitero Eusebio, secondo il Martyrologium Hieronymianum, colpevole di avere rimproverato a Liberio la sua debolezza di fronte a Costanzo II sulla questione dello “homoiousion” fu rinchiuso in una piccola stanza della sua casa, ritenuta il nucleo del titulus, dove soffrì per sette mesi per poi morire di stenti il 14 Agosto del 357. La memoria di questo si trasmise immutata nel tempo; nel XVIII sec. nell’affresco della volta, commissionato al Mengs, fu riportato accanto alla figura del Santo un cartiglio con la scritta “OMOOYSIOS TO ΠATPI” (della stessa sostanza del Padre).
Il suo corpo fu sepolto nel cimitero di Callisto, nella cripta di papa Sisto II, dai presbiteri Gregorio (o Paolino) ed Orosio, che posero sulla sepoltura l’iscrizione: “Eusebio homini Dei”. Eusebio fu considerato “martire” solo successivamente, il suo nome è presente anche nel calendario marmoreo di Napoli, indice di un culto affermato non solo a livello locale.
Al di là della narrazione, leggendaria o meno, della storia del presbitero Eusebio è interessante evidenziare due aspetti importanti, tipici dei più antichi tituli, la denominazione legata al nome di battesimo del benefattore-fondatore (Eusebio in questo caso) e il luogo di fondazione della chiesa coincidente con la sua abitazione o con luogo del suo martirio (Eusebio visse e subì il martirio proprio nella sua casa).
La coincidenza, tra abitazione e chiesa, è riscontrabile archeologicamente in molte delle chiese titolari che sono edificate su strutture abitative risalenti a epoche più antiche. Questo vale anche per la chiesa di S. Eusebio, ovviamente, non è possibile dimostrare che le strutture sotto la chiesa siano proprio quelle della casa di Eusebio.
Il suo corpo fu sepolto nel cimitero di Callisto, nella cripta di papa Sisto II, dai presbiteri Gregorio (o Paolino) ed Orosio, che posero sulla sepoltura l’iscrizione: “Eusebio homini Dei”. Eusebio fu considerato “martire” solo successivamente, il suo nome è presente anche nel calendario marmoreo di Napoli, indice di un culto affermato non solo a livello locale.
Al di là della narrazione, leggendaria o meno, della storia del presbitero Eusebio è interessante evidenziare due aspetti importanti, tipici dei più antichi tituli, la denominazione legata al nome di battesimo del benefattore-fondatore (Eusebio in questo caso) e il luogo di fondazione della chiesa coincidente con la sua abitazione o con luogo del suo martirio (Eusebio visse e subì il martirio proprio nella sua casa).
La coincidenza, tra abitazione e chiesa, è riscontrabile archeologicamente in molte delle chiese titolari che sono edificate su strutture abitative risalenti a epoche più antiche. Questo vale anche per la chiesa di S. Eusebio, ovviamente, non è possibile dimostrare che le strutture sotto la chiesa siano proprio quelle della casa di Eusebio.